kzwuvbd3jfdbhimy — gpdimonderoseRadurapsodyx«EVENTö»»»»»»»»»del
nulla è««««««L’EVENTö sEnza perché Null’è»»»»»
che si sottrae in sé è l’È
L’EVENTö spazioNtotempora “È l’EVENTö”nell'ontostoria senzaPerché la radura””»nulla si fonda Raduranziché:rapsodikx anziché Già“È’Evento Già Là”L’ è senzaperché nell’’essereventux”paradox’EVENTö” fenoumenL’EVENTö senzaPerché KataL’EVENTöNtopologic’’EVENTöntostoria.
MetaL’EVENTöntostoria eventuxremotontostoria in sé crea là senzaPerché là oltre La mEtafisicabixalex. L’EVENTö d’essere nella ontostoria del
mondO interL’EVENTö seNzaperché’ultimo già ontostoria dell’«’L’EVENTö». Inter’evento d’Essersi già «’L’EVENTö» di esserci»Kat’«’EVENTö» Kata«’EVENTö»»c’è là Kata’EVENTö È Kata’EVENTöntoStorico di essern’EVENTö al di là dellla metafisicAbixalex paradigm’EVENTö”rapsody. Katarapsodyx giacché già essere rapsodyx ontotemporapsodyx Metarapsody ontostoria Katarapsody oltre la metafisica è «ontotempoRaPSodyx Katarapsodyx senzaperché«Meta’EVENTö»«L’ EVENTö è c’è senzaperché c’è Kata’EVENTö»’ultimo«’EVENTö». Al di Là «Crea»C’è ontopologiabixalex già per nullabixalex senzaperché l’esser’EVENTö«rapsodiabixalex risonanzabixalex»oltre la metafisicabixalex o della metafisicabixalex
della ragione pura ontoteologiabixalex’Aldilà della metafisicabixalex della Ragione della storia Fenoumenologicabixalex.
D’’EVENTö la Fenoumenologia è ontostoria dello Spaziontotempora esser’EVENTö in sé per sé da sé al di là di sé in sé dell’essere Al di Là nell’’EVENTö senzaperché ontotempora sublim’EVENTö della ontostoria
dell’esser’EVENTö«senzaPercHé». Perché d’essere ontotempora Già’ “EVENTö” in sé vi è da sé già “EVENTö”«senzaperché» In sé È fenoumenontostorica dell’essere da sé Dà “EVENTöntostoria». È in Sé esserci d’“EVENTö”FenoumenaKata“EVENTö” nullità è già È dà ontopologicità
nulla È in sé”essere-in-sé-“EVENTö”essere-nulla»Kata“EVENTö”»«spaziontotempora vuoto». Vuoto“EVENTö”È esserci-vuoto spaziontotempora vuotonulla
nulla in sé dà spaziontotempora poiesix sublim“EVENTöntostoria«È in sé»dà da sé«sublim“EVENTö”»oltre la«metafisica»«senzapercHé»Dà essercì “EVENTöntopologia della ontostoria dell’essere.
Perché l’essere’è “EVENTöntologia l’esserne è sublim“EVENTö” ontoevento dell’Essere Già esserne in sé spaziontotempora distruzione della ragione metafisicA Kata“EVENTö” Meta“EVENTö”’inter“EVENTö”al di là della “Metafisica”
Al di là è l'“EVENTö”che dà spazioNtotemporA Nulla“Nulla senzaperché già ontostoria oLtre la metafisica nihil“EVENTö” dopo la morte di Dio–
«Dio è morto…o ucciso» –ucciso o creato. È ontoStoria sublime dell’«“EVENTö”» È Meta“EVENTö”creator“EVENTö”
“““è creatric“EVENTö”anziché NullA”NiHil“EVENTö”senzaperché ontostoria. Crea NIhil’“EVENTö”Al di là della ragione “EVENTö”d’essere In sé già pensant«“EVENTö”»
d’“EVENTö”è già in sé’eccedenza esser“EVENTö””che dà“ontostoria”seNzaPerché è in sé««eventità»»: –c’è eventoRadurapsody«“EVENTö”»»»»nella ontostoria senzaPerché ontotempoRaduRa È senzaPerChé è fenoumenà«“EVENTö”»»»oltre«la»fenoumETafisica». L’“EVENTö”gettanza»»Meta“EVENTö” Là nella ontostoria dell’“EVENTö”spaziontoteMpora già Radurapsodyx già in sé È già“EVENTö”Creativontotempora Kata“EVENTö”esservi d’“EVENTö”della ontostoria dell’“EVENTö”tranxsonanza della ontostoria dell’essere l’esser“EVENTö” dell’essere Già di per sé nella ontostoria dell’“EVENTöntotempora ontopologicontotempora-essere dell’“EVENTöntostorico Meta“EVENTö” senzaperCHé’ultim“EVENTö”Perché L’’essere è“EVENTö”Dea senza«Perché della creatività In sé È là–«in sé».
Là creatività È “EVENTö”–crear“EVENTö”è perché senzaperché’al di là Nulla Radura nella ontostoria È Da ultim“EVENTö”essere L’“EVENTö”meta“EVENTö”Già«Dà crea»spazial“EVENTö”spaziontotempora RaduRa oltre la metafisica È già “EVENTö”dell’Essere dell’Esserne è ontostoria dell’EssereDall’eventontotempora è’“EVENTöntologia Essereontotempora’esserci
pensiero dell’esserevento«si dà». L’Essere è Kata“EVENTö”
È Dasein l’esserci EssereontoTempora l’esserci è l’“EVENTö”dell’esserci “EVENTö” dell’esserci essere
dell’essere-per-la-fine? Dell’esserci?
Dell’esserci gettanza? È’esserci ontostoricità ontostoria dell’Essere ontostoria dell’Essernè La storia dell’Essere è l’evento dell’Essere che si dà ontostoria dell’esser“EVENTöntologia è la
fondazione’ontologica è la distruzione della metafisica.
L’“EVENTö”
dell’Essere dell’Esserne la catastrofe della metafisica’oblio dell’Essere lì l’Essere si ritrae è nihilx della fine ultima della metafisica. È “EVENTö”dell’Essere è «nulla–dell’Essere»lì inter“EVENTö”Dall’evento Crea Lì aleggia Lì oltre la metafisicaonteologica.
Già “EVENTöntotemporapSodyx C’è è C’è senzaperché al di là è “EVENTö”dell’essereLì al di là Lì In Sé Radurapsodìx Là è “EVENTöntopologico dell’essere là oltre la metafisicà è già C’è Rapsodyx È già“là” creatric“EVENTö”Lì della radurità senza–perché In sé “EVENTö”dell’essere dall’esserne è destinaza“Rapsodyx”«là» È nel vuoto lì Al di là della metafisica mondana. ONtoSToRiA là dell’Essere già in “EVENTöntotEmpora Crea l’esser“EVENTö” è oltre la metafisica ’essercilà oltre l’ente l’esserci è senzaperché “EVENTö”dell’essere oltre la metafisica filosofica da Platone a
Nietzsche è metafisica“oltre”è l’esser“EVENTöntologicontostoria dell’Essere
è oltre la storia della metafisica.
Nell’esserne “EVENTöntologico dell’Essere’abissal“EVENTöntotempora ontopologicontostoria
dell’Essere è già’Essere dal nulla già in sé. La metafisica è
la razionalità vuotabixalex del pensiero calcolante è la metafisica quel pensiero
calcolante lì vi si è
insediata
metafisica ultimità dell’ente. L’abissal“EVENTö”dell’’Essere È ontostoria dell’Essere Rapsodyx senzaperché dal nulla l’Esser“EVENTö”»dell’Essere radurabissal“EVENTö”dall’Esser“EVENTö”della physix dall’Essere ontostoria che mondeggia ontostoria dell’Esser“EVENTö”
della ontostoria dell’Essere Già la
fine della metafisica.
L’“EVENTö”ontostoria mondeggia abissal“EVENTö” nel nulla del nihilx dell’Essere là’esserci È iN sé ontostoria dell’esser“EVENTö” l’oltremetafisica Senzaperché della ontostoria che mondeggia ontotempora–metastabilità dell’Essere
lì c’è spaziontopolOgia ontostoricità dell’esser“EVENTö”dell’essere Katà“EVENTö”Già esserci ontostoria dell’essere già “EVENTö”dall’Essere ontostoricità è l’Esserne della ontostoria dell’Essere Là ontologica è l’Esserci dello spaziontotempora dell’Essere In sé è l’EssernE paradigma dell’esser“EVENTö””c’è nulla
senzaPerché ««Già dell’Essere già“EVENTö”». Già ontostoria-ontologica della RadurApsody––è esserci L’ontostoricoNtOtempora pensa l’Essere al di là quale ontostorico “EVENTö” senzaPErCHé già ontomodern-dell’essere già L’“EVENTö”della creatività In“Sé»»eventontosofiax senzaperché”Nullaratiousiax già dall’“EVENTö”»là ontotempora dell’essere––là pensant“EVENTö” dall’esserne»abissal“EVENTö”dell’esserci’“EVENTö”dell’essere–«vuoto in Sé»tramonto della metafisica. Meta“EVENTö”Perché«pensiero»tramonto dalla metafisica È pensiero dall’esser“EVENTö”«pensierontotempora» Senzaperché è l’’«essereontostorico»là: è là RadurApsodyx spaziontoteporadell’essere––– «ontostorico»già“Essere”nihilx Radurapsodyx dell’essere già«là»l’evento d’exstasyx
Al di là
L’“È”–EreigniStory tramontanza-della-metafisica È eventramontanza della metafisica’ultima. Già Esserontotempora del tramonto metafisico È’esserci già “EVENTö”dell’essereventramontanza della metafisica-ontoteologiCa–già«al di là»della«metafisica» crea dal
nulla«rapsodyx» È senzaperché là già aleggia radura dell’essere dal nulla dell’esser“EVENTöntoTempora “EVENTraMontanza della metafisica vi è sènzaperché dal nulla TraMontanza dellla metafisica è phýsix“EVENTraMontanza poíesix“EVENTraMontanza nel «pensiero della creazione». L’“EVENTraMontanza crea crea-“EVENTraMontanza della metafisica crea il crear’Esser“EVENTraMontanza della Metafisica ontophýsix è “EVENTraMontanza della metafisica Esser“EVENTraMontanza Della metafisica si dà dal nulla è senzaperché là è senza fondamento senzaperché
l’Esser“EVENTraMontanza della Metafisica è “EVENTraMontanza della metafisica della
makinaouxiax è ontostoria ““EVENTO”dell’Essere–– è L’““EVENTO”dell’Essere È là vuoto senzaperché ““EVENTOntologicontostoria dell’Essere già è «già abissaL““EVENTO”creativo dell’Essere senzaPerché “EVENTO”dell’Essere«là»ontostorico l’evento dell’al di là«è in sé»là è abissal“EVENTO”vuotonullo spaziontotempora dell’essere là già È si dà senzaPerché dall’evento dell’Essere RadUrapsoDyx È Radura già Là Radurapsodia dell’essere’ontoStoria“Senzaperché tramontanza della metafisica del nulla. Là è nulla«Dall’“EVENTO”Là dall’’esser“EVENTO”della ontostoria al di là della Metafisica” già Là’Essere Oltresser“EVENTO”–senzaperché già Senza la verità–MeTafiSica crea«ontostoria–dal nulla senzaPerché RadURa dell’Esser“EVENTramOntanza della metafisica». RaduRabissale dell’essere È “EVENTO Radurapsodiabissale nella ontostoria mondeggia” È “EVENTramOntanza della metafisicabixalex.
«“RadurapsodiabiSsal“EVENTramOntanzabixalex della metafisicAbixalex è già Radurabissale”. L’“EVENTO In sé tramontanzabixalex metafisicabixalex”è Physixabixalessersi Dà evento“RaduRabissal’“EVENTO”dell’essere dà là»» in sé senzaperché D’’esser“EVENTO creatrix tramoNtanzabixalex della metafisicabixalex»là»»”già»là«“EVENTOdell’esserci»«gettanzabixalex»Esser“EVENTO è’esserci ontostorico»l’esserci è gettanzabissalontostorica è gettanzabiSsale essere«già’’esserci»in sé che fonda Kata“EVENTÜX»ontologico»dell’essere tramontanzabixalex della Metafisicabissale”.
È già””––”””» crea”»””D’ESserKata“EVENTÜX»È–CrEaTrix “EVENTÜXdell’essere””senzaperché»
Là”nullabixalE là “EVENTÜX dell’essere”dell’esserne abixalex”–»È»«gettanzabixalex»essersi ad esser“EVENTÜXdell’essere”è Già’aldilà”È tranxsonazabixalex:là dell’essere ««RaDuRabixalexdell’essere esserne»’oltremetàfisiCabissale». Filogosofiabixalex«oltre la Metafisicabissale è “EVENTÜXdell’essere” Al di là«Del nullabiSsale nullabissal’“EVENTÜX dell’essere Deabixalex già interevento È“Essere ontotemporabissale–––“fenoumenologiabixalex”–creatrixabixalex creerà L’“EVENTÜX dell’essere Esserne Radurabissale’è tramontanzabixalex della metafisicabissale al di là già––l’esserci epifenoumenalità DeAbixal’“EVENTÜX dell’essere esserci dell’essere Crea “EVENTÜXdell’essere è senzaperché l’essere in sé’già ontologiabixalex è alétheiabixalex svelatezzabixalex dell’essere tramontanzabixalex della metafisicabiSsale. Radur“EVENTÜX«in sé’»già là PletonRapsodyX È già “EVENTÜXdell’essere kata“EVENTÜX”–dell’essere oltre la metafisicabissale quale fondazione della
verità dell’Essere. “EVENTÜX”–della tramontanzabixalex della metafisicabissale in sé si dà l’Esser“EVENTÜX”senza la metafisica consente la fondazione
della verità dell’Esser“EVENTÜX”d’al di là È l’essere oltre il pensare metafisico È senzaperché dell’EsserEVENTÜX”ontopologiabiSsale già nihil’EVENTÜX”dell’essere»»»’EVENTÜX”»’abissale ontopologico»’’EVENTÜX”»»»» «tranxsonanzabixalex dell’ “’EVENTÜX””senzaPerché Ontopologià–«dell’essere lì là»»»».«È “’EVENTÜX””»là Lì è«creatività»–gettanzabixalex–dell’essere già KataEVENTÜX””.
Già catastrof’EVENTÜX””senzaperché caosmox’abixal’essere senza metafisica è l’essere la verità dell’essere“oltre”È
nihil“’EVENTÜX””«Oltre»nihil’EVENTÜX”al di là della Metafisica là oNtotemporabixalex«oltre»al di là nihilEVENTÜX è già«oltre»la metafisica’oblio dell’essere là dell’esserne dell’esserci. RadÜra nella ontostoria dell’essere
È’EVENTopologiabixalex––ontostoria
dell’Essere ontopologiabiSSale Al di là già già Là’EVENTÜX”dell’essere già” è senzaperché””Essere’per la morte» in sé è’EVENTÜX”–Già In sé ontopologiabisSale dell’essere: PletonRapsoD’EVENTÜX–senzaperché Deabixalex senza metafisica–«essere-per-la-morte’ è esser’EVENTÜX per la morte. EVENTÜXdell’essere ontostoria È’EVENTÜXesseregià d’EssernÈ’EVENTÜX”È’oltre in sé là AL«di»Là»dellaMeTafiSica. Oltresser’EVENTÜX”è indicibilesserci senzaperché al di là del–perché d’esserEVENTÜX”–d’esserneGià nihil’EVENTÜX in sé Katà’EVENTÜX”In Sé è già dell’essere Già Oltre LA MeTafisiCA.“RadurabiSSAlEdell’essere SEnza metafisicA In Sé”Oltressere senzaperché RadurApsodiAbissal«esserne»’essere-nel-mondontostorico esserci.
L’’«essere ontostorica là D’’EVENTÜX”senzaperché tramotanza della metafisica È Già soggiornabixalexontostorico oltresserne
dà soggiorna impensatabissale esserci c’è’arché È senzaPerché crea dà soggiorna è’Ereignisabixalex dell’evento in sé si dà la ontostoria’EVENTÜX””’––è «fondata’senza la metafisica Kata““’EVENTÜX”””dell’essernE verità Oltresserci essersi’EVENTÜX””dell’esserci d’EVENTÜX crea’è oltre creativo là–senza–perché ontostorica già catastrofEVENTÜX””’ è già ontostoria dell’Essere.
L’EVENTÜX””dell’essere c’è«là»già da Esser’EVENTÜX””disvela in«sé»da sé è pânEVENTÜX Korä’EVENTÜX”dell’essereontostoria dell’esserne
Essere-Koräbixal’EVENTÜX–eventontostoria
mondeggia–Xoräbixal’EVENTÜX–KHoräbixal’EVENTÜX C’è È mondeggia È Koräbixal’EVENTÜX”dell’essere Dal nullabixalex senzaPerché––Già d’Essere D’’EVENTÜX–tranSonanzAbixalex catastrof’EVENTÜX– “avatarXoräbixal’EVENTÜX–già RapsoDykx là È epifenoumeno È’ inter’EVENTÜX–dell’essere D’’EVENTÜX–––”già crea senzaPerché Già metastorico eventoltre la metafisica c’è Già Xoräbixal’EVENTÜX–.
Già in sé nella ontoStoria dell’Essere
L’’EVENTÜX–è epifenoumeno della RaduraXoräbixal’EVENTÜX–“Da lì d’’evento della ontostoria GIà evento aBixaleXorä’EVENTÜX–gìà caosmoXoräbixal’EVENTÜX–dell’essere Già––RApsodyXäbixal’EVENTÜX–”oltre «la MEtafisika già–al di là» d’esserneXoräbixal’EVENTÜX–»dell’essere
già’”spazioltre-metafisico evento-caosmico là della ontostoria GIà–––Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere vi è D’essere là–––––ontostoria dell’Essere’ontologia dell’Ontostoriabixalex»D’’essere””” è’oltre-La metafisica”là è Xoräbixal’EVENTÜX–dell’Essere. È––«là»ontostoriXoräbixal’EVENTÜX––è«là»oltre la metafisica della makhinaouxiax metastorica-metafisica–’erranzabissalità in sé già esserne già dal nullaBissale Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere interEsserEVENTÜX–’essere-nel-mondo-esserEVENTÜX–spazialEVENTÜX–soggiornaressere-spazialEVENTÜX–
Essere-nel-mondo è’esserci––EVENTÜX– gettanzabixalesserne. L’esserci
oltrEVENTÜX–abissale dal nullabissalesserci è EVENTÜX–dell’esserci l’esserci mondeggia è l’esserci è evento epifenoumenico Esserne l’esserci soggiorna d’EVENTÜX–dell’esserci. L’esserci è «mondità» si dà esserci d’EVENTÜX–dà esserci l’esserci è esserEVENTÜX–––mondità«là è»L’essere per la morte»–mondità ontostoria dell’EsserEVENTÜX–già radurAbissalE dell’Essere KataEVENTÜX–oltre la metafisica della scienza o la scienza in sé»oltre la metafisica È«l’EVENTÜX–è l’EVENTÜX». Là è ontostoria dell’Essere––dà’“EVENTÜX”dell’essere////là Rapsodyx dal nullabissalE EVENTÜX–dal nullabixalex in sé–ontostorico dell’Essere dall’EsserEVENTÜX––dell’essere È Là epifenoumeno physixEVENTÜX–physix D’EVENTÜX––in sé––oltre la metafisica. L’«EVENTÜX–»dell’Essere–lì dell’Esserne––È L’Essersi Già l’Essere già d’EVENTÜX––ontostoria dell’Essere Per la mortesserCì della metafisica ontopoieticontologico È là ontostoria dell’EsseRapsodiabissale. È c’è già da ontotempora l’archéEVENTÜX–in sé da sé già di sé indicidibilEVENTÜX–dell’Essere In là dell’Essersi ontopologia nella ontostoria dell’Essere––è l’esserci EVENTÜX–dall’Essere all’EsserEVENTÜX–già ontopologica già l’EVENTÜX–dall’Essere là dell’Esserne dall’Essere’abissalE è
oltre–è anzi l’oltrEVENTÜX–ontologico dell’oltreontostoria dell’Essere’abissale è già«dal nullabixalex»della metafisica differenza-ontologica al di là Radurabixalex in sé nulleggia l’esserci già oltre È EVENTÜX–dal nullggiare nihilEVENTÜX–nihilx dal nulleggiare vi è kaósmosbixalex crea dal nulla EVENTÜX–del nulleggiare crea dal nulla KataEVENTÜX–là dell’Essere–dal nulla crea EVENTÜX–.
Dal nulla crea Là crea nell’esserEVENTÜX–esserci là dell’essere––EVENTÜX–dall’Essere È il nulleggireabissale dell’Essere«tranxsonanzabixalex»nell’EsserEVENTÜX–È«Rapsodiabixalex»catastrofEVENTÜX–Già
Là esserci ontostorico evento senzaPerché Rapsodyx–––Già in–sé’eventità è là. MetAEVENTÜX–––esserci È al di là Già dopo la morte»–della MetAfisica. EVENTÜX dell’eventontopologico dell’Essere–ontotoricità Là È “MetAEVENTÜX”nel pensiero che penSa poetate’’«rapsodiabisSalesserne indicibilEVENTÜX RAdura poiesix»subliMetAEVENTÜX Là già in sé diradanzabissale senzaPerché poiesixabissale D’EVENTÜX’indicibile poetante Già in EsserEVENTÜX In sé là abissal–EVENTÜX oltre’abissalità dall’abissaleMetAEVENTÜX». «PoiesixEVENTÜX–––della catastrofEVENTÜX––impensata È là–Là–già già in«sé»–evento’abissale Là singolarità È già fenoumeno Gestellx Gestell-Là GestellEVENTÜX-già D’evento dà da pensare là ontostoria dell’Essere D’È’ontologica ontostoria dell’Essereventontostorico Null’altro dell’esserci dall’EsserevEnto
dell’Essere oNtoStoria dell’Essere c’è ontologico eventontologicontoStoria dell’Essere ontologico È––EVENTÜX al di là della metafisica-della-morte già-esserne ontologico in sé«d’esserNe-già’ontologia catastrofEVENTÜX-della «metafisica’oblio dell’Essere Lì è ABIxAlEx È dell’essere»impensato È dell’esserevento epifenoumena della morte’al di là della morte–della–metafisica–essere-per-la-morte– della-metafisica esserci già in sé futurità È Hölderlinrapsodyx. La metafisicabissale della morte è la morte della Metafisica della morte l’essere-per-la-morte della metafisica della morte per la morte della metafisica della “morte” metafisica del paradigma al di qua dell'ontologia del paradigma»
La morte è EVENTÜX è già futurità. La morte è ontostoria EVENTÜX della morte metafisica del paradigma GestellEVENTÜX essere Gestellfuturità–d’EVENTÜX metafisica del paradigma EVENTÜX-ontologia-del-paradigma ontologia della morte della metAfisica. La singolarità evento esserefuturità metafisica della morte di Dio la mortefuturità Senzaperché metafisicabissale della morte è EVENTÜX senzaperché D’esserci»Perché c’è l’eventità–––interEVENTÜX esserci””»––RadurAbissale dell’Essere nel nulla: KataEVENTÜX––nullabixalex»–EVENTÜX-ontologico––poiesix––––essere già EVENTÜX futurità l’esserne ontotempora”“Rapsodyx” RadurinterEVENTÜX” morte della metafisica exstaticHEVENTÜX«là creativa»EVENTÜX creatività Vi è““fondarEVENTÜX dal nullabissale”»già È futurità””. È–’Essere-già-futurità–Vi è singolarità della morte della filosofia dellA metafisica in sé là’EVENTÜX in sé là’ dell’Essere dall’esserEVENTÜX nell’esserEVENTÜX’essere abissalità arckérapsoDyx»––là essere in sé»dall’EsserEVENTÜX» dell’essere’archéràpsodYx»dell’essere è l’essere che sottrae–è EVENTÜXdell’essere–’essere«dell’esserNe dell’Esservi l’Essere è EVENTÜX metafisica della morte della filosofia della Morte per’Essere’EVENTÜXdell’Essere la morte di Dio’ontologia dell’EVENTÜX dell’Essere TraMontanzabixalEx Senza–PErCHé Nell’inverno del
1911 cambiò Facoltà e si iscrisse a matematica, dove
tutto gli sarebbe riuscito più facile, essendo particolarmente
dotato per il calcolo infinitesimale. Tuttavia continuò
a seguire Craig e, dopo aver scoperto Schleiermacher
e Dilthey, studiò Nietzsche, Kierkegaard, Dostoevskij, si
dedicò alla lettura di Rilke e Trakl. Il passaggio ulteriore
alla Facoltà di filosofia segnò anche la distanza dal cattolicesimo.
La sua tesi di abilitazione su Duns Scoto,
260 capitolo quarto
discussa nel 1915, giustificò questa distanza anche filosoficamente:
il concetto scolastico di trascendenza gli sembrava
assoluto, sciolto dall’individuo e dalla sua vita.
«Immanenza e trascendenza sono concetti di relazione
».138 Alla scolastica Heidegger rimproverava di aver
perduto il legame con la mistica.
Solo per la vuota critica della cultura la mistica equivale
all’irrazionale. «Il chiacchiericcio sulla mistica, in
cui è definita ciò che è “senza forma”, non è che uno
sparlare basato su metodi di fondo non scientifici».139
L’avvicinamento al protestantesimo, segnato dal confronto
decisivo con Lutero, gli dischiuse un cammino
verso l’interiorità dove, accanto a Meister Eckhart, figuravano
anche Teresa d’Avila e Bernardo di Chiaravalle.
140
A documentarlo è un corso preparato nel 1918, ma poi
non tenuto, I fondamenti filosofici della mistica medievale,
in cui Heidegger punta l’indice contro lo «sbarramento
dogmatico» del cattolicesimo, che si afferma solo con l’esercizio
di una oscura autorità e una «violenza poliziesca
», una Polizeigewalt, soffocando ogni originaria esperienza
di vita.141 Hodie legimus in libro experientiae –
«Oggi intendiamo muoverci nell’ambito dell’esperienza
con l’intento di comprenderla».142 Così Heidegger
riprende le parole di Bernardo. E aggiunge in ultimo
quelle di Teresa d’Avila: «“poiché ciò che voglio esporre
è molto difficile e oscuro, se non è data alcuna esperienza”
».143 Sintetizza così il nuovo compito: la descrizione
fenomenologica della vita religiosa.
10. Dove si nasconde Paolo
Solo nel 1995 sono stati pubblicati, nell’edizione delle
opere complete, i corsi universitari tenuti da Heidegger
tra il semestre invernale del 1920 e quello estivo del
dopo auschwitz 261
1921, con il titolo Phänomenologie des religiösen Lebens.
Da allora il volume, tra i più frequentati e discussi, è
diventato quasi un bestseller. Dopo una lunga parte
introduttiva, dove vengono delineati concetti, come
quello di «indicazione formale», destinati ad avere
importanti ripercussioni, Heidegger interpreta alcuni
scritti di Paolo di Tarso: la Lettera ai Galati, la Prima e la
Seconda Lettera ai Tessalonicesi. Tocca però anche altre
lettere e tratta molti temi contenuti nei vangeli, nei sinottici
e in quello di Giovanni: dal Regno alla legge, dalla
parusia all’escatologia. Al corso su Paolo segue quello sul
X libro delle Confessioni di Agostino; il volume si chiude
con le pagine sulla mistica.
L’annuncio, l’inquietudine, la tensione permeano la
vita cristiana, quella delle «origini» e quella dell’oggi,
richiamano all’attesa della parusia, alla veglia per il
kairós, quell’istante che giungerà improvviso. In breve:
«l’esperienza cristiana vive il tempo stesso (“vivere”
inteso come verbo transitivo)».144 Impossibile non riconoscere
già qui il rintocco della campana, il ritmo della
temporalità, in cui l’esserci, gettato nella sua fatticità storica,
è spinto a proiettarsi nel futuro. Dal messaggio di
Paolo si allontanerebbe in seguito Agostino che, introducendo
una gerarchia fra visibile e invisibile, strappa la
vita alla sua inquietudine temporale, offrendole dimora
nel sommo bene.145
Testimone di un tempo altro, presto dimenticato nel
tempo greco e in quello moderno, scanditi da una linearità
estranea alla vita, il Paolo di Heidegger è una figura
complessa e ambigua.146 L’apostolo dei gentili sarebbe il
vero fondatore del cristianesimo – non Gesù di Nazareth.
Paolo vuol dire di essere giunto al cristianesimo grazie a un’esperienza
originaria, non attraverso una tradizione storica. A ciò si ricollega
una controversa teoria, discussa nella teologia protestante,
secondo cui Paolo non avrebbe avuto coscienza storica di Gesù di
262 capitolo quarto
Nazareth, ma avrebbe fondato una sua nuova religione cristiana, un
nuovo protocristianesimo, destinato a dominare il futuro: la religione
paolina, non la religione di Gesù. Non c’è bisogno quindi di
tornare al Gesù storico. La vita di Gesù è del tutto indifferente.147
Nelle pagine di Heidegger torna l’idea di una rottura,
di un Bruch: «importante! Frattura completa con il precedente
passato», con «forme di religione precedenti come
quella giudaico-farisaica».148 Paolo diventa allora l’iniziatore,
colui che inaugura una nuova religione, richiamando
a una esperienza originaria.
Negli anni in cui Heidegger scrive, il dibattito intorno
a Paolo varca già i confini della teologia e assume contorni
politici. Di lì a poco si sarebbe posta la difficile
scelta dei teorici del nazionalsocialismo: chi è Gesù, chi è
Paolo? Chi è il fondatore del cristianesimo? Che fare di
entrambi? La domanda è alla fin fine: come liquidare l’ebraismo?
La possibilità di una contaminazione spinge a
posizioni radicali. Nel 1924 Eckhart fa di Paolo il fondatore
del giudeobolscevismo.149 Se in alcuni casi si giunge
a rivendicare un Gesù non ebreo, un Cristo ariano, in
altri si epura anche Paolo, e in altri ancora si fa a meno di
entrambi e del cristianesimo.150 L’imbarazzo, com’è
noto, è molto antico: sta nell’esigenza del cristianesimo
di separasi dall’ebraismo per presentarsi come una nuova
religione. Siccome storicamente non si dà alcuna cesura,
la via più semplice è prescindere dalla storia.
È questa la via seguita da Heidegger che indica quel
fittizio momento iniziale nell’«esperienza originaria» di
Paolo. Salva dunque Paolo e lascia cadere il Gesù storico.
Soprattutto parla di Urchristentum, che in italiano viene
tradotto con «protocristanesimo». Nel testo ricorre
spesso anche l’aggettivo urchristlich – ad esempio «religiosità
protocristiana». Ma che cosa significa questo prefisso?
In che modo potrebbe essere assunto acriticamente?
Ur- è il segno di una cesura, di un taglio netto con
ciò che esisteva prima, è il tentativo di coprire, di occuldopo
auschwitz 263
tare, ed è infine un prefisso che si erge metafisicamente a
rivendicare l’origine e l’originarietà. In italiano è il protoche,
mentre si estende indietro per inglobare, si fa avanti,
avanza il diritto di essere primo, reclama la primogenitura.
Il cristianesimo originario sarebbe quello delle comunità
primitive, dei credenti intorno a Paolo, che però non
sapevano, a ben guardare di essere cristiani. Paolo stesso
non è, né sa di esserlo, dato che si chiama Saul, figlio di
Baruch, della comunità ebraica di Tarso, ebreo figlio di
ebrei, fariseo figlio di farisei, allievo del famoso rabban
Gamaliel.
Che ne è dell’ebraismo nel testo di Heidegger? Che ne
è dell’ebraico? Con difficoltà si rinvengono tracce sparse,
residui di una meticolosa cancellazione. Si tratta ogni
volta di riferimenti negativi: «Paolo è in lotta con gli
Ebrei», la «peculiare posizione originaria» di Paolo va
separata dalla sua «argomentazione rabbinico-giudaicoteologica
»; la legge è «ciò che fa dell’Ebreo un Ebreo» e
di qui il «confronto tra legge e fede»; ricondurre le «rappresentazioni
escatologiche» al tardo ebraismo, e poi a
quell’antico, non vuol dire «spiegare» Paolo, perché
importante è il «contesto originario».151
Senza dubbio Heidegger non è il solo a compiere questa
rimozione. Era un gesto relativamente diffuso. Tuttavia
non può non lasciare interdetti che Heidegger
sostenga: «il testo greco originale è l’unico che possa
essere assunto come base, sicché una reale comprensione
presuppone che si entri nello spirito del greco neotestamentario
».152 Dato che il «cristianesimo originario» deve
essere fondato su se stesso, l’Urtext è il greco. Non
importa che il greco delle lettere sia evidentemente una
lingua tradotta e derivata, costellata di segnali che rinviano
a uno sfondo ulteriore, a una retro-lingua, all’ebraico
che la impronta e la contamina.153 Non importa
che le numerose citazioni lascino affiorare testi altri e più
264 capitolo quarto
antichi e che Paolo stesso tradisca la sua provenienza traducendosi
in greco.
«Ma non è greco, è jiddish!» – è la battuta riportata da
Taubes a proposito della lingua di Paolo.154 Heidegger
legge quei testi «con il genio del ressentiment», ma
appunto con ressentiment.155 Quello «jiddish» lo infastidisce,
lo inquieta. Così lo oblitera. E nei suoi corsi comincia
da un Urtext neotestamentario. Il che avviene peraltro
negli anni in cui, proprio in Germania, e proprio tra i filosofi,
si fa più acuta la coscienza del testo ebraico. Buber e
Rosenzweig si convincono della necessità di ritradurre in
tedesco la Torà, per arginare la teologia della sostituzione
e per far riemergere l’originale coperto dal tedesco di
Lutero.
Come spiegare d’altronde che Heidegger, il quale
ovunque applica la Destruktion, demolisce gli strati della
metafisica, lavora sulle parole, le riporta alle etimologie,
e smantella così i concetti tradizionali, si fermi invece al
greco, per di più quello neotestamentario, assumendolo
come Grund, base e fondamento della sua interpretazione?
La mossa di Heidegger ha un valore teologico: separa il
greco dall’ebraico, il Nuovo Testamento dall’Antico
Testamento. Esclude la Torà; circoscrive la «Bibbia» solo
ai testi, scritti in greco, del canone neotestamentario che,
con un passo ulteriore, viene ridotto a pura esperienza di
fede. Da un canto la fede evangelica, anzi la fede cristica,
dall’altro il pensiero greco. Il che vuol dire anzitutto che
non esisterebbe un pensiero biblico, tanto meno un pensiero
ebraico (si pensa ad Atene, non a Gerusalemme). Ma
significa anche che il tratto originale del cristianesimo si
risolve nell’afflato della fede, pur essendo la teologia cristiana
un amalgama tra metafisica greca e cristianesimo
dell’origine. Tuttavia il filosofo, per mestiere, non ha
immediatamente a che fare con la fede, può prescinderne,
occupandosi di questioni filosofiche, che sono quelle poste
dopo auschwitz 265
dai greci. Ciò peraltro non vieta che, all’occorrenza,
volendo trarre ispirazione dalla «fede», non ci possano
essere brevi incursioni in quei territori.
Questo paradigma è tutt’altro che insolito presso i filosofi.
Quel che suscita inquietudine, nel caso di Heidegger,
è che si spinge all’esclusione della Bibbia ebraica e
all’eliminazione di ciò che è ebraico dall’Occidente. Così
sarebbe lecito chiedersi – come ha fatto Ricoeur – perché,
«pur essendo giunto a pensare a partire dal Vangelo e
dalla teologia cristiana, abbia sempre evitato il massiccio
ebraico che è l’estraneo assoluto rispetto al discorso
greco». Nessun «passo indietro» qui, per riconoscere «la
dimensione radicalmente ebraica del cristianesimo».156
Perché Hölderlin e non i salmi?
Certo si potrebbe far valere il pretesto dell’erudizione:
non è detto che si debba sapere l’ebraico e saper leggere,
dunque, i testi dell’Antico Testamento. È possibile che,
anche negli ambienti colti della teologia cristiana, non si
conoscessero né la lingua né, tanto meno, le fonti ebraiche.
Chi frequentava la famosa Graeca di Bultmann a
Marburgo poteva non avere accesso a quella tradizione.
Già nella teologia era d’altronde in atto una rimozione.
Tuttavia, si può non conoscere l’ebraico, ma non si può
non riconoscere che l’ebraico esiste, è la lingua coperta
dal greco, che occorrerebbe riportare alla luce.
Heidegger tace sull’ebraico. Che questo silenzio preannunci
già quelli successivi? La figura dell’apostolo viene
delineata in modo suggestivo e inedito. Perché non
sarebbe legittimo trarre ispirazione da quella vita cristiana
delle origini che viene descrivendo fenomenologicamente?
A lasciare perplessi non è solo l’ermeneutica
che, anziché far parlare il testo, indietreggiando il più
possibile, si ferma a un Urtext e lo innalza metafisicamente
a barriera. Il paradosso è che ciò che è stato consegnato
all’oblio da un canto, si ripresenta dall’altro
ammantato di originalità e novità.
266 capitolo quarto
Che cos’è quel tempo altro, a cui Paolo chiama, se
non il tempo ebraico? Da dove viene il monito a non calcolare
i giorni, i mesi, a lasciare aperta l’attesa di quel
che deve av
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