venerdì 30 settembre 2016

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fn1j3q0pcluxo — Write.asCREATIVITÀ: KREATIVITÀ: KANT CREATIVITA’ CREATIVITÀ

CREATIVITÀ: KATASTROFE “Creatività” creatività “creatività” creatività - creatività (creazione)al di là  nulladell’“Essere” “creatività” creatività creatività, essi hanno codificato regole potentissime per risolvere i problemi del loro mondo e noi siamo stati e siamo così bravi ad applicarle che, facendo esercizi su esercizi, abbiamo saputo estenderle a tutta la Terra (all’intero universo e all’intero aldilà).



Ma ora sta succedendo che il loro mondo - e la loro creatività (basata sul riconoscimento e sul ritrovamento dei loro “modelli” pre-registrati e pre-esistenti, codificati per la eternizzazione del loro mondo e della loro memoria) - ci sta scoppiando intorno, sopra, e dentro la testa, e non sappiamo più che cosa fare. Sempre più ci rendiamo conto che le loro regole per risolvere i nostri problemi sono inadeguate e inadatte per noi stessi e per la nostra stessa sopravvivenza, ma noi insistiamo ad affrontarli - e sempre più stupidamente - come se fossero esercizi da risolvere, con le loro regole - quelle fondate sul codice della creatività del mondo di Platone e Aristotele!



Noi della creatività nel senso pieno del termine - così come di noi stessi, della nostra facoltà di giudizio, e della nostra libertà! - non sappiamo più nulla e ovviamente, non sapendo nulla, ricadiamo continuamente nella loro soluzione e nelle braccia del loro re-filosofo (il visioniario-metafisico di turno). Questo il problema e questa l’urgenza: sapere della creazione, della produzione del nuovo, della creatività del comportamento di tutti gli esseri umani e a tutti i livelli, non limitatamente alla sola “creatività” esecutiva - all’abile intelligenza di sudditi o di animali in trappola - nella “caverna” universale (‘cattolica’) di Platone.



Bisogna pensare in modo nuovo, e in altro modo - e tenere presente che, se pure tutto viene dall’esperienza, non tutto si riduce all’esperienza. Cominciamo da noi stessi, esseri umani dotati di due mani, di due piedi, due occhi, due orecchi, una testa (con due emisferi cerebrali), una bocca ...



Limitiamoci a considerare la questione partendo dagli organi della vista, dagli occhi. E’ esperienza comune vedere, ma non è affatto comune - né nella vita culturale né nella vita quotidiana degli esseri umani - pensare nel pieno senso della parola che noi vediamo ciò che vediamo grazie all’azione unitaria e combinata di tutti e due gli occhi; e continuiamo a vedere e a pensare come se - avendo una sola testa (e una sola bocca) - avessimo un solo occhio (un solo orecchio, una sola mano e un solo piede)!



Ci illudiamo di essere tutti e tutte delle grandi ‘volpi’, degli eroi (Ulisse) e delle eroine (Penelope), ma in fondo stiamo solo illudendoci sulla nostra condizione: in verità, siamo solo e ancora degli esseri umani ‘preistorici’, con un solo occhio, un solo orecchio, una sola mano, un solo piede, una sola bocca, una sola testa, e ... un solo genere sessuale - degli esseri ciclopici, che hanno paura di aprire tutti e due gli occhi e pensare davvero con una sola testa - all’altezza del nostro presente storico! Nutriti da ‘bibliche’ e ‘platoniche’ illusioni, continuiamo a vivere come dei bambini e delle bambine che non vogliono crescere e, da millenni, a cantare il ritornello di questa ‘visione’ ballando su un solo piede (non solo a livello del senso comune, ma anche e soprattutto della scienza e della filosofia).



Dopo Copernico, e dopo la rivoluzione copernicana di Kant, ancora non ci siamo imbarcati e ancora non sappiamo nulla dell’esperienza della nave (cfr.: G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi) e, ovviamente, pensiamo e crediamo che ciò (dall’essere più piccolo al più grande - in terra, in cielo, e in ogni luogo e in ogni tempo) che noi vediamo davanti a nostri occhi sia l’“oggetto” e che noi, esseri umani (dal più piccolo al più grande - in terra, in cielo, e in ogni luogo e in ogni tempo), siamo il “soggetto” e il “fondamento” di ciò che vediamo, segniamo e nominiamo, con la nostra testa con un solo occhio, con un solo orecchio, con una sola mano, e con la nostra mono-tona bocca e ... con il nostro unico genere sessuale - quella dell’Adamo terrestre e dell’Adamo celeste, del “dio” in terra e del “Dio” in cielo!



In questo orizzonte sacrale (ateo e devoto), in cui “un uomo più una donna - come ha scritto Franca Ongaro Basaglia - ha prodotto, per secoli, un uomo”, s’inscrive il potere della “creatività” e della “dignità dell’uomo” (Pico della Mirandola) - quella dell’Homo sapiens sapiens (Linneo, 1758), dell’ “uomo supremo” e del “dio supremo”! E questa è la “verità” del geocentrico e antropocentrico (ma più correttamente si dovrebbe dire ‘andro-pocentrico’, perché qui si parla appunto di “andro-pologia”, e di “andr-agathia”, cioè della comunità e del dio degli “uomini valorosi”, degli “uomini virtuosi”) dello Spirito Assoluto occidentale: dell’”Io che è Noi, e Noi che è Io” (Hegel)!



Ora, per capire meglio quanto premesso e, al contempo, la novità del discorso portato avanti da Garroni, conviene partire da questa sua considerazione: “Kant è sicuramente più noto come il filosofo delle “condizioni a priori dell’esperienza”, che non come il teorico della “creatività”: e, anzi, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, svolto soprattutto nella terza Critica e negli scritti adiacenti, egli è stato più volte non del tutto correttamente interpretato o addirittura frainteso”.



Questo il cuore del problema: qui, sotto le vesti di una normale e attenta precisazione filologica, in verità, c’è una dichiarazione di portata enorme: una assunzione di coscienza e di responsabilità decisiva per restituire a Kant tutta la sua grandezza e a noi stessi e a noi stesse la possibilità di diventare esseri umani maggiorenni - uscire da interi millenni di labirinto e da uno stato di minorità di lunghissima durata. E cominciare a capire, infine, quanto questa incomprensione sia stata e sia all’origine della nostra passata e presente catastrofe culturale - la catastrofe dell’intera cultura europea.



Ciò che la considerazione di Garroni mette in evidenza è qualcosa che generazioni e generazioni di studiosi e studiose dell’opera di Kant non hanno ancora colto nel suo pieno senso: l’aver egli inaugurato “un apriorismo di tipo nuovo, caratterizzato dall’istanza di risalire dal condizionato, dai fatti stessi, in un certo senso alle loro condizioni, adeguate e necessarie, di possibilità”, non è un divertimento scolastico di un bravo filosofo, ma l’anima e la premessa del suo progetto illuministico-critico, della sua volontà di restituire alla nostra (di ogni essere umano) “facoltà di giudizio” tutta l’autonomia e tutta la libertà sua propria.



Ciò che traspare dal lavoro di Garroni è, in generale, non solo una certezza, ma anche e più una salutare sollecitazione a svegliarsi e a pensare nuovamente il senso della rivoluzione copernicana di Kant. A ben rifletterci, invero, ciò significa che noi - ancora oggi - non abbiamo affatto capito che i “prolegomeni ad ogni metafisica futura che si vuole come scienza” o, che è lo stesso, i prolegomeni ad ogni scienza futura che si vuole come metafisica, dicono di una svolta ancora tutta da pensare!



Sul filo di indicazioni già di Luigi Scaravelli (cfr.: “Critica del capire”, e, soprattutto, “Scritti kantiani”), il grande merito e il grande contributo di Garroni sta non solo nell’aver cominciato a mettere a fuoco lo stretto legame che corre nella ricerca di Kant, tra il lavoro relativo all’esame delle condizioni a priori che rendono possibile l’esperienza, svolto nella Critica della ragion pura, e il lavoro svolto nella Critica del Giudizio (sulla fondamentale “facoltà di giudizio”, sia del “giudizio determinante” sia del “giudizio riflettente” e, quindi, sia sul problema della scienza e del’arte sia sul “problema della creatività” in generale).



Ma anche e soprattutto - seguendo l’indicazione di Kant - nel cominciare a trarne le conseguenze e nell’attivare coraggiosamente la sua propria “facoltà di giudizio”, cominciando a porre domande su tutto! - e a tutti i livelli (dagli animali agli esseri umani, dalla natura alla cultura - fuori dalle vecchio ordine e dal tradizionale codice della “caverna” platonica e del suo rapporto soggetto-oggetto) - valorizzando contributi e ricerche di scienziati, filosofi e, in particolare, linguisti, che hanno in qualche modo ripreso o riscoperto del tutto autonomamente elementi del programma di Kant e, così, permesso di ricominciare a illuminare meglio il discorso della sua Critica della facoltà del giudizio.



Con Kant, infatti, Garroni comincia ad aprire tutti e due gli occhi, ricomincia a ‘vedere’ meglio, e subito, e con entusiasmo, traccia una mappa per riannodare il filo con la strada della critica e spingersi oltre, e più a fondo! Per lui, ora, tutto comincia a diventare più chiaro, e comincia a dire quanto ha capito: ciò che ha impedito e impedisce il sorgere e “la messa a punto del problema della creatività è uno schema epistemico assai antico, tale per cui l’unica strada praticabile per giustificare, fondare, spiegare, l’osservabile sembrava essere quella di risalire dall’osservato a “qualcosa di anteriore” che ne fornisse per somiglianza il modello. [...] Si tratta - egli continua - di una categoria epistemica profonda, nel senso che è una condizione di possibilità di esplicite espressioni culturali (quasi un’episteme, nel senso di Foucault) ed investe l’orientamento complessivo delle strutture sociali e individuali, non soltanto la loro dimensione intellettuale”. E la sua struttura portante sta “in quella concezione - che viene detta “referenzialismo” - del “segno” come “rappresentante delle “cose”, con la mediazione di stati rappresentativi interni [...] E’ una concezione antichissima, che nasce probabilmente dalla primitiva concezione ontologica del linguaggio (la parola come l’essenza stessa: così che il possesso della parola permetteva il controllo magico della cosa) e risale nella sua forma classica soprattutto ad Aristotele”.



Kant è il punto di svolta: le condizioni di possibilità della conoscenza non vengono “più ricercate in qualcosa di preesistente, in un modello ontologico ideale, o in un luogo di modelli ideali, che - soli - consentono di parlare del mondo reale come appare e come è conosciuto”. Ciò che ancora non abbiamo capito è che Kant va alla radice e ci porta fuori del vecchio programma centrato sul “come conosciamo”: il suo problema - come è possibile la conoscenza scientifica (e non)? - è la risposta più radicale, e più adeguata, all’altezza della nuova Terra e del nuovo Cielo, scoperti dalla nuova fisica, e alla navigazione dell’umanità nell’“oceano celeste” (Keplero a Galilei, 1611).



Garroni comincia a capire meglio il senso del problema di Kant, quanto e come il programma critico-trascendentale sia in continuità con le tensioni del nostro presente, con le ricerche del nostro tempo, con l’acquisizione che “la conoscenza sia - a partire da certe condizioni preliminari di carattere generalissimo (condizioni e non modelli dunque) - una costruzione entro certi limiti “arbitrari” e quindi “creativa”, come lo è per l’epistemologia moderna”.



La conferma di questo legame strettissimo, Garroni lo ritrova in molti protagonisti della ricerca scientifica in tutti i campi (dall’etologia alla linguistica e alla filosofia), ma è con Chomsky e da Chomsky, che più e meglio il discorso sul problema della creatività e “l’avvicinamento a Kant” fa un salto di qualità. E, con l’aiuto degli studi linguistici di Noam Chomsky, di Francesco Antinucci, di Tullio De Mauro, e il contributo (del tutto convincente”) di Wolfram Hogrebe (“Kant e il problema di una semantica trascendentale”, 1974 - opera tradotta in italiano, col titolo dimezzato e mimetizzato: “Per una semantica trascendentale”, con prefazione di Emilio Garroni, Officina edizioni, Roma 1979), riesce a portarsi “al di là del linguaggio” e oltre gli stretti confini dello linguistica (così precisando, in parentesi: “Si intende al di là del linguaggio, non nell’aldilà della speculazione”) e così, con grande lucidità e consapevolezza, a trovare il varco per accedere in modo nuovo all’interno dell’orizzonte kantiano.



Compresa con Chomsky tutta l’importanza della distinzione tra la creatività sotto un codice dato (la “rule-governed creativity”) e la creatività “nel senso pieno del termine” (la “rule-changing creativity”), si rende - sulla spinta dei contributi di Antonucci e De Mauro - di quanto e di come sia necessario portare il problema oltre la chomskiana “struttura profonda”, “in quanto struttura già linguistica”, in una struttura intesa “non più come qualcosa di linguisticamente omogeno, quanto piuttosto come un dispositivo eterogeneo, linguistico e non-linguistico, per esempio anche intellettuale e psicologico”, e così scrive e precisa: “In altre parole, si tratta non di una presa di posizione antichomskiana, o più in generale antigenerativa, ma di un suo approfondimento ulteriore, che tende a portare al di là del linguaggio. (Si intende al di là del linguaggio, non nell’aldilà della speculazione)”. E a questo punto, con il conforto e e la spinta del contributo di Hogrebe, la via a e di Kant è riaperta e ripresa! Non è che l’inizio: Kant è ancora tutto da rileggere, a partire dalla “Storia universale della natura e teoria del cielo” e dai “Sogni di un visionario spiegati con i sogni della metafisica”.



-  P. S.



1. A WOLFRAM HOGREBE, IN ONORE. Una citazione:



“E’ solo con Kant - scrive Hogrebe - che emerse veramente ciò che può essere definito un problema della costituzione; il problema cioè di fornire una serie di regole e di definirle come il quadro nell’ambito del quale sono in generale empiricamente possibili le operazioni cognitive. [....] Per Kant sono “costitutivi” soltanto i principi che garantiscono un uso di volta in volta determinato delle categorie (intelletto teoretico), delle idee (ragione pratica) e delle finalità (Giudizio estetico). Ciò significa che questi principi e le regole della loro applicazione stabiliscono a priori il quadro trascendentale di significato nell’ambito del quale soltanto è possibile conoscere scientificamente, volere moralmente e giudicare esteticamente in modo empiricamente comprensibile”. 

-  “A questo riguardo - continua Hogrebe - va rilevato però che Kant non indica mai come costitutive le categorie (com invece sostiene la maggior parte dei dizionari) ma solo le regole del loro uso oggettivo. Essenziale, dal punto di vista della storia del concetto è, al di là della svolta logico-trascendentale del concetto di costituzione, la nuova contrapposizione “costitutivo-regolativo” introdotta da Kant, la quale caratterizza il potenziale critico della sua filosofia”. E, poco oltre, continuando, precisa ancora: “Poiché la distinzione kantiana tra un carattere funzionale (Leistungscharakter) “costitutivo” ed uno “regolativo” dei principi e delle regole della loro applicazione è legata in ultima analisi alla distinzione tra un “giudizio determinante” ed un “giudizio riflettente”, l’opposizione “costitutivo-regolativo” diviene superflua laddove venga attaccata o rifiutata la differenziazione della Facoltà del giudizio, o, a fortiori, questa stessa Facoltà. 

-  Così l’opposizione “costitutivo-regolativo” scompare proprio presso i maggiori pensatori dell’idealismo tedesco. Fichte, Schelling e Hegel non fanno uso di tale opposizione né del termine “costitutivo” con intenti che siano rilevanti da un punto di vista sistematico” (W. Hogrebe, Kant und das Problem einer transzendentalen Semantik, Freiburg/Munchen 1974; trad. ital.: W. Hogrebe, Per una semantica trascendentale, con prefazione di Emilio Garroni, Officina Edizioni, Roma 1979, pp. 15-16, senza le note) .



2. A EMILIO GARRONI, IN ONORE. Una citazione*:



[...] Che la proposta di Kant di una terza via tra idealismo e realismo della conformità a scopi sia effettiva e non verbale implica che questa, pur sempre soggettiva anche nel suo uso oggettivo, non sia affatto riportabile al paradigma soggetto-oggetto nel senso che molti, da Heidegger e Gadamer in poi, hanno attribuito al pensiero moderno a partire da Cartesio: soggetto-sostanza (sia pure nel1a forma dell’Io assoluto idealistico) opposto a oggetto-sostanza. Ma ancor meno lo è nel senso che ’soggettivo’ si opporrebbe a ’oggettivo’ al modo in cui un ’io che riguarda la cosa’ si opporrebbe frontalmente alla ’cosa riguardata’, senza alcuna possibilità di accertare quanto il suo riguardare la cosa abbia a che fare con la cosa stessa o solo con il riguardante.



Sarebbe una miscomprensione pensare che nella terza Critica, e in genere in Kant, ci sia da una parte una qualche sostanzializzazione o assolutizzazione dell’io e dall’altra una minima tentazione di soggettivismo volgare. Già dalla prima Critica l’ ‘io penso’, unità suprema delle categorie e contrassegno del soggetto, è interpretabile solo come unità sintetica, e non analitica, quindi del tutto privo di significato per se stesso, non indipendente e non separato dalla conoscenza e dall’esperienza del mondo.



Anzi l’ ‘io penso’ sarà avvertito pochi anni dopo, è stato notato, come qualcosa di prossimo al futuro principio soggettivo della terza Critica, cioè già nei Prolegomeni (1783), dove l’appercezione trascendentale “non è nient’altro che sentimento di un’esistenza [Gefuhl eines Daseins] senza il minimo concetto”: un ‘nient’altro’ che sarà nient’altro che un ‘nulla’ nella terza Critica. La soggettività della conformità a scopi, il “semplicemente soggettivo” della rappresentazione, qui finalmente fondato trascendentalmente, è quindi aspetto indissociabile dal concetto dell’esperienza e della stessa conoscenza, diciamo, ‘soggettiva-oggettiva’, e rappresenta infine, nel nostro trovarci nel mondo, il sentimento della riflessione e della comprensione all’interno dello stesso concreto soggettivo-oggettivo senza di cui non si darebbe conoscenza, né esperienza di nessun tipo.



Parimenti la ’ragione pura’ non è il vessillo di un soggetto-pensiero assoluto e non assomiglia minimamente alla cosiddetta e forse non mai esistita ’ragione sovrana’. Al contrario, ciò che Kant stesso ha chiamato una volta Anthropologia transscendentalis sembra essere una specie di ’Critica della comune ragione umana’, il cui statuto trascendentale non può tuttavia essere esplicitato perché proprio tale ragione comune è condizione della possibilità della stessa ragione pura, la sua pietra di paragone. Che è, poi, la natura della facoltà di giudizio.



E sarà anche il caso di ricordare che al vero e proprio sensus communis aestheticus, principio di tale facoltà, che rappresenta trascendentalmente la soggettività e su cui si fonda la conformità a scopi, Kant associa strettamente il cosiddetto sensus communis logicus, le cui massime, pur non essendo "parti della critica del gusto", possono tuttavia “servire come chiarimento dei suoi principî”. E da quella soggettività trascendentale, non certo da una soggettività vuota, che nascono le massime (cioè: i principî soggettivi) più alte della cosiddetta “Auflklarung”, dell’illuminismo: “1. Pensare da sé; 2. Pensare mettendosi al posto di ciascun altro; 3. Pensare sempre in accordo con se stessi” (§ 40, p.130), cioè non un soggettivismo che metta alla pari giudizi e pregiudizi, ma il programma di una comunicabilità universale dei concetti e dei giudizi, quindi il compito di comprendere nella “socievolezza del giudizio” (espressione che ricorre nella Riflessione appena citata), per quanto è possibile, i pregiudizi oltre i pregiudizi, verso una verità che ha per sfondo un ‘incondizionato’ ideale.



Ma questo ’incondizionato’ rappresenta per caso il mito opposto di una verità oggettiva che azzeri definitivamente ogni pregiudizio? Certamente no, se si pensa che proprio dall’esame delle difficoltà che esso pone nasce la critica della ragione pura e la sua dialettica. L’incondizionato di cui si parla e che continuamente affiora nella terza Critica è altra cosa. Poiché il compito stesso del pensare sarebbe impossibile senza un qualche riferimento all’incondizionato e alla totalità, quale sfondo inesponibile e inconoscibile del condizionato e del particolare, e proprio ai fini di una comprensione e di una conoscenza del condizionato e del particolare, il pensare l’incondizionato e la totalità sarà sensato solo dal punto di vista di chi sta innanzitutto nel condizionato e nel particolare soggettivo-oggettivo.



Riflessione e comprensione (o la ’filosofia’ in genere) non possono non essere quindi, mediante l’analogia, uso di concetti determinati in vista di concetti condizionanti e incondizionati che li ricomprendono e sono per se stessi necessariamente indeterminati, la determinatezza di quelli provenendo dall’esperienza determinata solo in quanto questa già contiene un’istanza incondizionata per se stessa indeterminata. “Infatti ci rendiamo subito conto che alla natura nello spazio e nel tempo manca del tutto l’incondizionato, e quindi anche quella grandezza assoluta che pure è richiesta dalla ragione più comune” (p. 104, corsivo nostro). (Per esempio, non è questa forse l’intuizione che sta alla base della nozione di indeterminatezza semantica del linguaggio e del suo essere di volta in volta determinato pragmaticamente: un’intuizione che non solo non promuove un banale relativismo, come capita a molti altri, ma anzi tende a cogliere, nella comprensione del linguaggio, la sua determinatezza e insieme la sua ideale., e pur paradossale, totalità indeterminata?).



* Emilio Garroni - Hansmichael Hohenegger, Introduzione a: I. Kant, Critica della facoltà di giudizio, Einaudi, Torino 1999, pp. LXXVIII-LXXX - senza le note.



Federico La Sala (giugno-agosto 2010)





Sul tema, nel sito e in rete, si cfr.:



LE DUE METÀ DEL CERVELLO. Il linguaggio del cambiamento



? UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE CON IL FIGLIO, REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO 

-  DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". 





?KANT, FREUD, E LA BANALITÀ DEL MALE. PER LA CRITICA DELLA RAGIONE ATEA E DEVOTA. Un breve saggio (in pdf, scaricabile) - di Federico La Sala, con pref. di Riccardo Pozzo. 





-  RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. Una nota di Leonard Boff e una di Immanuel Kant



-  CARISMA, COSTITUZIONE, E POLITICA: AL DI LA’ DELLA TRAPPOLA ATEA E DEVOTA. Una importante provocatoria riflessione di Lidia Ravera





"UN UOMO PIÙ UNA DONNA HA PRODOTTO, PER SECOLI, UN UOMO"Franca Ongaro Basaglia, Donna, in Enciclopedia, 5, Torino, Einaudi, 1978, p. 89.



LE DUE METÀ DEL CERVELLO. Il linguaggio del cambiamento





LE DUE META’ DEL CERVELLO (Alfabeta, 1980) 

  

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> CREATIVITÀ: KANT E LA CRITICA DELLA SOCIETÀ DELL’UOMO A "UNA" DIMENSIONE -- Il Femminismo e la rivoluzione sessuale: un bilancio (di Elena Tebano)

5 settembre 2016, di Federico La Sala 





CREATIVITÀ: KANT E LA CRITICA DELLA SOCIETÀ DELL’UOMO A "UNA" DIMENSIONE. Una sollecitazione a svegliarsi dal sonno dogmatico. 





LO SPIRITO CRITICO E L’AMORE CONOSCITIVO. LA LEZIONE DEL ’68 (E DELL ’89).





DAL "CHE COSA" AL "CHI": NUOVA ERMENEUTICA E NUOVO PRINCIPIO DI "CARITÀ"! DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Una nota di Eleonora Cirant 





FEMMINISMO



Le donne, il piacere: ?cosa è successo



La pillola, legale in Italia da 45 anni, ha rivoluzionato la sessualità femminile. Ma la strada è ancora lunga, tra conquiste ed errori . Quanto ha contribuito il movimento femminista alla liberazione sessuale? Ne parleremo in Triennale l’11 settembre



di Elena Tebano (Corriere della Sera, 05.09.2016)



La sessualità femminile in Italia ha una data di nascita ufficiale (e recente): 1971. È il 16 marzo di 45 anni fa quando la contraccezione smette di essere un reato - contro la stirpe, per altro: la Corte Costituzionale dichiara illegittimo l’articolo 553 del Codice penale introdotto dal Fascismo che puniva chiunque incitasse all’uso degli anticoncezionali. La pillola, comparsa nelle borse delle donne già dagli Anni 60, diventa legale e permette alle italiane di far sesso per il piacere di farlo senza rischiare di avere figli che non vogliono.



L’estate di quello stesso anno Carla Lonzi, raffinata (e oggi spesso dimenticata) teorica del femminismo, pubblica «La donna clitoridea e la donna vaginale» per la casa editrice del gruppo Rivolta Femminile. Sessantaquattro pagine in cui sostiene che il vero orgasmo è quello che si ottiene con la stimolazione del clitoride e non quello che deriva dalla penetrazione, e afferma che la cultura maschile ha intrappolato le donne in un mito per molte irraggiungibile. Una distinzione che fornisce un grimaldello psicologico alla lotta delle donne: il clitoride «diventa l’organo in base al quale “la natura” autorizza e sollecita un tipo di sessualità non procreativa», scrive Lonzi, che denuncia «nella colonizzazione sessuale la condizione di base dell’indebolimento e dell’assogettamento della donna». La critica della sessualità e la ricerca di una sua espressione autentica diventano uno dei cardini del movimento femminista, articolate e rivissute quotidianamente nei gruppi di autocoscienza. È una rivoluzione copernicana.



La negazione del desiderio (femminile)



«Prima del femminismo una donna per bene non doveva provar piacere: doveva adeguarsi a quello maschile e magari diventare madre. Se perseguiva il proprio piacere era considerata perduta. La generazione di mia madre parlava del sesso come un fastidio inevitabile che si poteva superare perché ci si voleva bene - racconta Barbara Mapelli, studiosa e scrittrice che a quella stagione ha preso parte -. Per noi, che avevamo tutte tra i 20 e i 30 anni e avevamo già avuto figli, era ovvio partire da lì: ci rendevamo conto che la sessualità socialmente e culturalmente imposta negava il nostro desiderio».



Quarantacinque anni sono poca cosa nella storia dell’umanità, eppure quei tempi non potrebbero sembrare più lontani. Che cosa resta adesso di quel tentativo? Il movimento femminista ha davvero contribuito alla liberazione sessuale delle donne? E c’è ancora bisogno di una riflessione sulle forme e i modi della 

lunedì 26 settembre 2016

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creatorEVENTO creazionEVENTO crea CreatorEVENTOntologico Spazio è creatorEVENTO spazialEVENTO è'Esserci creatorEVENTO dal nulla spazialEVENTO il creatorEVENTO è exstatica nihilationtology dal nulla l'esserEVENTOntologico ex nihil nihilEVENTO vi è nulla Essere

c'è al di là della ragione che non è'pensantepifenoumena interEVENTO'epifenoumena là interpretEVENTOntologico creatio ex nihilEVENTO "creazionEVENTO dal nulla"  ex nihilEVENTO nihil-creatio ex nihilcreatio ex nihilphysix crea ontopologinterEVENTOphysix là crea ontopologiCo nulla dal nulla nel nulla è EVENTO'intercreatio ex nihilontologica si fonda panEVENTO Essere al di là di Essere-aldilà di. Essere è l'esserEVENTO creazionEVENTO ex nihilcreatio ex nihil crea dal nulla ex nihilEVENTO nihilkrea  creatio ex nihilesserinterEVENTO crea dal nulla. EVENTO crea ex nihil crea Nihil nella filosofia della mente-non-pensante-ma-pensata EVENTOntologico ontopologico  creatio ex nihilx È interEVENTO creatio ex nihil è creazionEVENTO dal nulla in sé EVENTO dal nulla'animaipensante è pensata ex nihil  creatio ex nihil è nulla-mai-pensante

Nulla-ontonulla  creatio ex nihil essere interEVENTO ex nihil nihilontologico è ontologicamentEVENTO è ontonullabsolutamentEVENTO nulla è epifenoumena  Ex NihilEVENTO creatio ex nihilontology Creatoresserevènto nullanihilontologia ex nihilx nihil-giammai-pensante-ma-sempre-pensato È exstaticreatio ex nihildell'essere creativo Creatore'Esserevento creatio ex nihilx nihileventux nihilontologico crea creazionevento." Panevento è imagontology ikonontologia interevento intentional'evento  epistemontopologica In Sé vi è Di per sé ad infinituxcreatio ex nihilontopologiA c'è crea creatontopology.

L'intenzionalità non è pensante è pensata dalla creazioneVento Crea fenoumenA vi è creaontopology-creafondatalità creazionevento-crea creaziontopologia'ultima-creAEssereventità c'è nientevento perché ci

è l'essereventOntopologià c'è là Essere In Sé OntoPOlogia creazionevento creazionalità creareventopoiesixPensante esserevento là creaintenzionalevento là'ultimoEVENTO

è l'Esserepoietikamenteventità 

È interEVENTOdell'essere già In sé EVENTOntopologia metaEVENTOdell'ontopologia  PhysisEVENTO là ArtEVENTità. PhysixEVENTO PhysixoNtopoLogy  physismetaEVENTO  physis-è-EVENTO'ultimo

epiphysix physix è EVENTO è epiphysis in Sé è l'interEVENTO è fondamentalEVENTOemergenza deve essere-poetikamenteventità ex nihilontopology nihilontologica  creationtopology ex nihilontopologica In sé la priorità-non-è-pensante ma solo pensata epiontologica epiontopologica dell'Esserepoeticamente nihilx interevento dal nulla là  physixèVentopoetante è Physix in sé è PhysisPOIesis in sé dell'Esserepoeticamentevento in sé

InterontologyphysisEsserepoeticamentevento

Metaontopoietante'ultimoEsserepoeticamentevento'nello spazioEsserepoeticamentevento spaziofenoumenologontopoietante poiesix è eventontopologia esserexstatica ontopoietaNte "Là MetaeVentO in sé da sé ontopoiesix ontopoietica è spaziontopology Metapoietica in sé là MetapoietantEsserepoeticamenteventuX essere creatrix creatEventopoietante essereontopoietante ontopoiesispaziontology ontopoiesix vi è ontopoiesixEvEntOntologiapoietante  intereventontopologia Metaepistemica MetaEvenTONTOPOlOgy OnTOPoietica poieticontologia. MetaeVentopoiesix poiesisevento poiesis è evento Là ontopoietante poietico è eventopoietaNteVEntontologicO'interessere è al di là crea assoluto creatio ex nihil  creatio ex nihil esserci l'essere  ontologia'ultima è di per sé ontologica creazione'essenza di macchine matematicamente. 



La dinamicaexstaticacreatcreat si crea eventparadigmaontologiepoietico noumeno in sé è poieticapoieticallyn noumenoEpistemicpoietica creazione continua

Exosystemically, l'Essere di artificialità è (allopoietically)  data dal artefice e, di conseguenza, estrinseca .



 69 



definizioni formali di iniezione, surjection e bijection sono presentati in Appendice. 



 70 



CEA, i processi sono `intrinseca 'o intrinseca  solo se visti endosystemically (vale a dire, da 



il punto di vista dei processi stessi) e post-geneticamente . Per quanto riguarda Ca-



 69 



computazionalismo, intrinsicality e contingenza detiene  a livello locale , a livello di singoli



cellule (FSM),  a livello globale , CA sono governate da extrinsicality e necessità (capitoli 2 e



 5). Maturana e Varela (1980) sostengono che 



l'organizzazione di una macchina, sia essa autopoietico o allopoietica, si legge solo i rapporti tra 



componenti e le regole per le loro interazioni e trasformazioni in un modo che  specifica il 



condizioni di emergenza dei diversi stati della macchina che, poi, nascono come necessario 



risultato ogni volta che si verificano tali condizioni . Così.le nozioni di scopo e la funzione non hanno 



valore esplicativo nel dominio fenomenologico, che fanno finta di illuminare perché



non si riferiscono a processi effettivamente operanti nella generazione di uno dei suoi fenomeni [enfasi 



aggiunto]. (P.86) 



Mentre sono corrette che implica operativamente-necessario, causalità bottom-up nella 



contesto di CA, la loro caratterizzazione dell'ontologia di CA artefatti  substrati è



non corretta dal momento che è chiaramente il caso che la causalità finale (o teleologia) si manifesta al 



locale (o substrato) livello nel antropicamente specificato (o data funzionalità) del



funzione di stato-transizione. (Inoltre, poiché CA sono deterministiche, la causalità al  mondiale 



(CA o fenomenico) livello è sopravveniente sulla causalità al  locale (FSM o substrato)



livello;                               gestellpoetante

è l'Esserepoietikamenteventità 

È interEVENTOdell'essere già In sé EVENTOntopologia metaEVENTOdell'ontopologia  PhysisEVENTO là ArtEVENTità. PhysixEVENTO PhysixoNtopoLogy  physismetaEVENTO  physis-è-EVENTO'ultimo

epiphysix physix è EVENTO è epiphysis in Sé è l'interEVENTO è fondamentalEVENTOemergenza deve essere-poetikamenteventità ex nihilontopology nihilontologica  creationtopology ex nihilontopologica In sé la priorità-non-è-pensante ma solo pensata epiontologica epiontopologica dell'Esserepoeticamente nihilx interevento dal nulla là  physixèVentopoetante è Physix in sé è PhysisPOIesis in sé dell'Esserepoeticamentevento in sé  physisEsserepoeticamentevento

Metaontopoietante'ultimoEsserepoeticamentevento'nello spazioEsserepoeticamentevento spaziofenoumenologontopoietante poiesix è eventontopologia esserexstatica ontopoietaNte  da sé di sé EsserepoeticamenteventuX l'ontologia poieticontologiapoiesis interontologica creatorevento creatore crea creato è già creato  creatio ex nihil creatore  ontologico

 è di per sé ontologica crea crea   https://www.tumblr.com/widgets/share/tool?url=http%3A%2F%2Fgiacintoplex.tumblr.com%2Fpost%2F150771473803%2Fltembed-style-quotwidth400px&title=eventontology%20%E2%80%94%20%3Cembed%20style%3D%22width%3A400px%3B...&selection=&shareSource=bookmarklet

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martedì 20 settembre 2016

ebow6xli9omil — Write.as

ebow6xli9omil — Write.asnulla da vedere già Là è UltiMeVento è

"Nulla dal nulla" Vi è Là EvENTO nulla da vendere vuoto

È creazion'EvENTOpensantepoetante è in sé metaEvENTO dello spaziotemporaesserCi si dà al di là spaziotempora crea spaziotempora che non pensa ma è pensato EvENTOpensantepoetante dell'Essere eventua epievento del perché vi è del perché senzaPerché c'è  creatio ex nihilontologico ontologicamEvENTOdal nulla'interpretEvENTO vi è'interEvENTO

crea epistabilità epicreativontologica

dell'EvENTO crea là'epistabilità si è in sé FondamEvENTOpensantepoetante è di per sé telEvENTOpensantepoetante

epistemicamEvENTOpensantepoetante che non pensa ma è pensato relativisticamEvENTOpensantepoetante epistemologicamEvENTOpensantepoetante radura è fondamEvENTOntologico lì eventua spazialità interEvENTOntosofia c'è vi è là crea è di per sé eventità epifenoumena caosmEvENTOpensantepoetante che non pensa ma è pensato epistemicamEvENTO fenoumena che non pensa ma è pensato extraEvENTO crea vi è EvENTOntologia c'è  CataStrofEvENTO è epiexstasix interEvENTOpensantepoetante tanto la ragione non pensa è pensata il niente non pensa è pensato

al di là è interpreteventopensantepoetante interEvENTO "il sistema non pensa è pensato lA poietica non pensa è pensata la creatività non pensa è pensata l'intenzionalità non pensa è pensata la volontà non pensa è pensata. EvENTOpoietico exstatico. La Verità non pensa  è pensata l"  epistemica non pensa è pensata il systema non pensa è pensato physix-non-pensa-è-pensata la metafisicA non pensa è pensata interpretEvENTOpensantepoetante ontologico la teoria non pensa è pensata la verità-non-pensa il sistema-non-pensa. È ontoEvENTOpensantepoetante l'epistemica-non-pensa la poiesix non pensa è pensata l'exsistenza non pensa è pensata è epiparadossalEvENTO in sé da sé. Il mito non pensa è pensato c'è in sé Kaosmox non pensa è pensato: è EvENTOpoietaNte vi è la matematica non pensa è pensata la musica non pensa è pensata vi è la ragione non pensa è pensata. Eventua epievento in sé la fisica non pensa è pensata perché c'è niente-non-pensa l'ontologia non pensa è pensata di per sé dall'Essere EvENTOpensantepoetantedell'essere ontologia. L'essenza noN pensa è Pensata l'artificialità non pEnsA è pensata la metafisica-non-pensa è pensata epinoumena non pensa è pensata fenomena-non-pensa  da sé è pensata dà a  sé-è filosofia ma non pensa è pensatA EventontologiAdell'esserepifenoumeno epistemico là è-spazialità eventopensantepoetante èpifenoumenepistemica dà spazio CrEa epistepifenoumeNA.  Crea spazialetemporaepistemica'interevento intereventONTology'Essere in sé l'Essere è l'interventualità'epifenoumena intereventospazialepifenoumenA. Sé in sé idea non pensa è pensata o mente-non-pensa è pensata intereventA'interevento di sé è là dell'Essere intereventità epistemica di sé interEvENTOpensantepoetantedell'essere EvENTO'poiesix'ultimepi"fenoumenaepistemica interEvENTOpensantepoetantedell'essere creA in sé è EvENTOntologia in sé CreaEvENTO

`Crea  da sé crea interEvENTOntologia è in sé è sé in'sé-EvENT'infinito In sé da sé vi è EvENTOpensantepoetante vi è spaziopoietante nello spazio'ultimoEvENTOntologiCo KataEvENTOntologiCo metaontologia Crea la storia della creazionEvENTOntologico  crea EvENTOntopologia crea EvENTOpoietante absolux in sé epifenoumenico per sé eventO del sé In sé epiontologievento. L'Essere'ultimontologiCrea creazioneventopensantepoetante. EVENTO poietante-crea `CreazioneventO crea dal nulla  creatio-ex-nihilx creazione è l'EVENTO dal nulla già è CreatorEVENTO'interpretanza dell'eventopensantepoetante crea  ex nihilx dal nulla creaEVENTO  CrearEVENTOpensantepoetante  creatrix là ex nihilx nihilx panulla dal nulla la crea. L'EVENTOpensantepoetante crea creatrix DA'EVENTO Krea ex nihilx spaziaL'EVENTO creA è creato Dal nulla. L''EVENTO  crea Dal NullA epiparadossaL'EVENTO da lì creareventità In Sé c'è Si è EVENTOpensantepoetante In sé

È interEVENTOpoiesix ontopoieticaèxstatica epipoiesix epipoietante contrometafisicapoetante si è epifenoumenapoietica epipoieticA là c'è vi è PaN'EVENTOexstatico là Vi è creatrix L'a priori non pensa è pensato.

È creareventità crearEVENTO la monade di Lebniz non pensa è pensata crea C'è

In sé creatorEVENTO Si è creato per creare esserEVENTO l'intelligenza Non pensa è peNsaTa là Eventontology epievento l'intenzionalità non pensa è penSata là EVENTOdell'intenzionalità epifenoumena la categoria non pensa è pensata creativeventità.  Epiphysix epifenoumena fenoumenaleventO crea De-crea epiphysix fonda epistemicontology è deax vi è vi è crea  ex nihilx nihilevento là lì intereventodell'esserepistabilità'ultimexstasix. Esserexstasix CreA creazionevEnTo nel vuoto essere gravitazionaleventa l'esistenza non pensa è pensata la gravità non pensa è pensata spaziotemporacurva L'energia non pensa è pensata CreaEVENTO spazialEVENTOvuoto.

Dio-non-pensa è pensato singolarità non pensa è pEnsata spaziotemporaEVENTOdell'Essere. Essere-è-EVENTO Esserci è'interEVENTO 'interfisica non pensa è pensata  physixEVENTO  intentionalità noN'pensa è penSatà panfisica non Pensa è pensata epistemé non Pensa è Pensata là crea intenzionalEVENTO la teoria nòn pensa è pensata EVENTOntologico epifenoumenologico singolarità-non-pensa è pensatà epistemèfisica non pensa è Pensata MondO non pensa è pensato EVENTOvuoto  creatio ex nihilx dell'Essere fenoumenologico la fisica non pensa la fisica la fisica è pensata.  Dio non  penSa"nulla Ma è pensato dal nulla nulla-non-pensa è già Pensato l'infinito non pensa è già pensato la relatività-non-pensa lo spaziotempo spaziotempora è creazionevento crea il mondo già EVENTO. L'imago-non-pensa Ma è pensata è di per sé EVENTO là Dio non pensa è  pensato. Dea senza fine Essere è in sé l'essere è EVENTO "là Dio non pensa è'pensato Dea creatricEVENTOntologico Là spaziotempora è creazionevento è di per sé spaziotemporalità dell'essere l'EsserEVENTO spaziotemporalità interEVENTO l'Essere è spaziotempora in sé nulla-non-pensa è EVENTO in sé la ragione non pensa è pensata di per sé  priorità non pensa verità-non-pensa evento non pensa è pensato evento-non-pensa è pensante'infinito-non-pEnsa là Essere è EVENTOntologico

Essere là EVENTO"pensante nulla dal nulla"   ex nihilx nihilEVENTO mito non pensa è pensato  ex 

nihilx nihil non è pensante nulla dal nulla  creationtology ex nihilontology creazioneventux dal nulla  ex nihilontologia nihil-non-è-pensantessere  creationtology ex nihilontology è EVENTO"pensante in sé l'essere è interEVENTO"pensante'ontologico EVENTO"pensante dell'essere EVENTOpoetantedell'essere vi è EVENTOpensantepoetantenell'Essere là creazionEVENTO"pensante  ex nihilEVENTOpensantepoetante l'essere  è EVENTO"pensante Della creazionEVENTO"pensante è l'essere" che è

"EVENTOpensantepoetaNnte".   EVENTO creatio ex nihil è essere intercreazionEVENTO ex nihil È la creazionEVENTO è CreatorEVENTO dà  creatio ex nihil vi è crea CreatorEVENTO crea CreatorEVENTO è

creatorEVENTO creazionEVENTO crea CreatorEVENTOntologico Spazio è creatorEVENTO spazialEVENTO è'Esserci creatorEVENTO dal nulla spazialEVENTO il creatorEVENTO è exstatica nihilationtology dal nulla l'esserEVENTOntologico ex nihil nihilEVENTO vi è nulla Essere

c'è al di là della ragione che non è'pensantepifenoumena interEVENTO'epifenoumena là interpretEVENTOntologico creatio ex nihilEVENTO "creazionEVENTO dal nulla"  ex nihilEVENTO nihil-creatio ex nihilcreatio ex nihilphysix crea ontopologinterEVENTOphysix là crea ontopologiCo nulla dal nulla nel nulla è EVENTO'intercreatio ex nihilontologica si fonda panEVENTO Essere al di là di Essere-aldilà di. Essere è l'esserEVENTO creazionEVENTO ex nihilcreatio ex nihil crea dal nulla ex nihilEVENTO nihilkrea  creatio ex nihilesserinterEVENTO crea dal nulla. EVENTO crea ex nihil crea Nihil nella filosofia della mente-non-pensante-ma-pensata EVENTOntologico ontopologico  creatio ex nihilx È interEVENTO creatio ex nihil è creazionEVENTO dal nulla in sé EVENTO dal nulla'animaipensante è pensata ex nihil  creatio ex nihil è nulla-mai-pensante

Nulla-ontonulla  creatio ex nihil essere interEVENTO ex nihil nihilontologico è ontologicamentEVENTO è ontonullabsolutamentEVENTO nulla è epifenoumena  Ex NihilEVENTO creatio ex nihilontology Creatoresserevènto nullanihilontologia ex nihilx nihil-giammai-pensante-ma-sempre-pensato È exstaticreatio ex nihildell'essere creativo Creatore'Esserevento creatio ex nihilx nihileventux nihilontologico crea creazionevento." Panevento è imagontology ikonontologia interevento intentional'evento  epistemontopologica In Sé vi è Di per sé ad infinituxcreatio ex nihilontopologiA c'è crea creatontopology.

L'intenzionalità non è pensante è pensata dalla creazioneVento Crea fenoumenA vi è creaontopology-creafondatalità creazionevento-crea creaziontopologia'ultima-creAEssereventità c'è nientevento perché ci

è l'essereventOntopologià c'è là Essere In Sé OntoPOlogia creazionevento creazionalità creareventopoiesixPensante esserevento là creaintenzionalevento là'ultimoEVENTO

è l'Esserepoietikamenteventità 

È interEVENTOdell'essere già In sé EVENTOntopologia metaEVENTOdell'ontopologia  PhysisEVENTO là ArtEVENTità. PhysixEVENTO PhysixoNtopoLogy  physismetaEVENTO  physis-è-EVENTO'ultimo

epiphysix physix è EVENTO è epiphysis in Sé è l'interEVENTO è fondamentalEVENTOemergenza deve essere-poetikamenteventità ex nihilontopology nihilontologica  creationtopology ex nihilontopologica In sé la priorità-non-è-pensante ma solo pensata epiontologica epiontopologica dell'Esserepoeticamente nihilx interevento dal nulla là  physixèVentopoetante è Physix in sé è PhysisPOIesis in sé dell'Esserepoeticamentevento in sé, ma in un altro (  en tutto 



UN‡ 



i ), in



artigiano o artista. (Pp.10-11) 



Interpretato onticamente (cioè, causale o produttivo), la distinzione tra la greca 



scoppio-indietro di  physisEsserepoeticamentevento

Metaontopoietante'ultimoEsserepoeticamentevento'nello spazioEsserepoeticamentevento spaziofenoumenologontopoietante poiesix è eventontopologia esserexstatica ontopoietaNte externalistic. Questa affermazione è supportata dalla seguente dichiarazione 



di Whitaker (1995), vale a dire. "La teoria autopoietica è una` prospettiva sistemica ', perché 



affronta i suoi soggetti in termini di essere  formali e funzionali interi [enfasi



aggiunto]. "(p.2) L'implicazione è che sistemiche è comportato da esternalità (forma) e 







pagina 69  



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



Meccanismo (funzione), entrambi i quali sono da considerarsi definitiva rispetto alla 



essenza della produzione (come causalità efficiente). 



Maturana e Varela (1980) individuano tre tipi di ontical  POI 



UN' 



sis (o di produzione): (1)



autopoiesi (o auto-produzione, che è, la produzione di auto da sé), (2) allopoiesis (o



altri-produzione, cioè produzione di loro da sé), e (3)  heteropoiesis (o umanità



produzione, cioè antropico-artificing o la produzione di altri dagli esseri umani). autopoietica 



sistemi possono essere formalmente definite in termini autoreferenziali (riflessivo) come segue: 



Una macchina autopoietica è una macchina organizzata (definita come unità) come una rete di processi di 



produzione (trasformazione e distruzione) di componenti che produce le componenti che: (i) 



attraverso le loro interazioni e trasformazioni continuamente rigenerare e realizzare la rete di 



processi (relazioni) che li hanno prodotti; e (ii) la costituiscono (la macchina) come un'unità concreta nel 



spazio in cui (i componenti) esistono specificando il dominio topolgical della sua realizzazione come 



tale rete. (Pp.78-79) 



Maturana e Varela lista di quattro proprietà associate a sistemi autopoietici: (1) 



autonomia (o omeostasi organizzativa), (2) l'individualità (o il mantenimento della propria identità),



(3)  l'unità (o processuale auto-delimitazione), e (4) la chiusura (o assenza di ingressi e



uscite). Essi sostengono inoltre che 



macchine autopoietici sono unità perché, e solo perché, della loro specifica organizzazione autopoietico: 



loro operazioni specificare propri limiti nei processi di auto-produzione.  Questo non è il caso 



con una macchina allopoietica cui confini sono definiti da un osservatore che specificandone la 



di ingresso e di uscita delle superfici, specifica ciò che appartiene ad esso nelle sue operazioni [enfasi aggiunta]. (p.81)



Sul loro vista, sistemi allopoietici sono "macchine che hanno come prodotto del loro 



funzionamento qualcosa di diverso da se stessi "(p.135) in contrasto con autopoietico 



sistemi che hanno come prodotto del loro funzionamento della  manutenzione di sé.



Secondo Mingers (1995), "sistemi che non producono essi stessi sono chiamati 



allopoietica , significa `altri produttori di '-., ad esempio, un fiume o un cristallo" (p.11) Ancora,



sistemi allopoietici .. non definiscono la propria organizzazione, ma dipendono da un osservatore per determinare 



 la loro identità. Essi si basano su altri sistemi per la loro produzione continua, e il risultato della loro attività 



è qualcosa di diverso da se stessi. Questo non vuol dire che i sistemi autopoietici non possono essere trattati come 



allopoietica sia da un osservatore o da altre entità con cui interagiscono. (P.38) 



Tuttavia, come Maturana e Varela stato, 



anche se una macchina autopoietica può essere trattato come una macchina allopoietica [allargando la 



osservativa], questo trattamento non rivela la sua organizzazione come una macchina autopoietica. (P.81) 



Da quanto sopra esposto, è chiaro che un sistema allopoietica, oltre ad essere un 



produ  ER (o causa), possono anche essere visti come una produ Ed (o effetto). Mentre il produttore e



prodotto sono (organizzativo) identici in sistemi autopoietici, sono non-identici 



nei sistemi allopoietici; questo deriva dal fatto che solo i sistemi autopoietici sono 







 pagina 70  



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



Se  X 



 6 



Y indica la relazione produttiva tra i sistemi poi in sistemi autopoietici EsserepoeticamenteventuX 



 / 



Y e in allopoietica



 62 



sistemi  X 



UN† 



Y . (Un sistema allopoietica può essere sia creat o e creat Ed ma non rispetto a se stesso.) E 'fondamentale



a comprendere che non tutti i sistemi allopoietica può essere trasformato in un sistema autopoietico via  contrazione 



del sistema di riferimento di osservazione. 



organizzativo-omeostatico. Come affermano Maturana e Varela, è possibile trasformare 



un sistema autopoietico in un sistema allopietic espandendo la osservativa. 



 62 



Significativamente, la classe di sistemi allopoietici contiene la sottoclasse di  eteropoietico (o,



più precisamente, sistemi anthropopoietic). Maturana e Varela (1980) descrivono 



heteropoiesis come "lo spazio del disegno umano" (p.136) e mantenere i sistemi in grado 



di heteropoiesis sono "organismi [cioè, macchine biologiche] che appaiono in grado di .. 



specificando uno scopo in anticipo .. e condurre tutte le loro attività nei confronti di questo 



raggiungimento "(p.85). Quindi, non vi è un legame tra heteropoiesis (o umano-artificing) e 



attività teleologica, più specificamente, consapevole progettazione intentionalistic (capitolo 7). 



Secondo Harris (1965), 



artefatti umani sono dispositivi per portare a risultati voluti. Essi sono progettati da esseri coscienti 



per scopi specifici. Essi sono deliberatamente progettati per servire fini. Sono tutti, senza eccezione 



teleologico. Ogni teoria macchina in biologia è dunque cripto-teleologica e qualsiasi discorso di 



meccanismi fisiologici o genetici implica una qualche forma di teleologia. (P.264) 



Su questa base, si è portato ad affermare che esiste una connessione necessaria tra teleologia 



e il meccanismo  , come tale , cioè.



nessun approccio meccanicistico può ignorare gli aspetti teleologici impliciti in presenza di dispositivi 



che svolgono funzioni specifiche tuttavia correttamente sono designati `meccanismi. (P.265) 



Tuttavia, Maturana e Varela rifiutano teleologia (nel senso di vitalistica o mentalistica 



scopo) e teleonomia (nel senso di non-vitalistica o non mentalistica linee di fondo 



direzionalità) per il fatto che questi ultimi sono meramente descrittivo (cioè, epistemico) 



nozioni che non hanno alcun rapporto con l'ontologia di macchine autopoietici e allopoietici. 



Come affermano, 



l'osservatore mette .. macchine né concettualmente né concretamente certo uso, e quindi definisce un insieme di 



circostanze che portano la macchina per cambiare, dopo un certo percorso di variazioni in ingresso. 



[Quindi,] le implicazioni in termini di design alluso da parte della nozione di funzione sono stabiliti da 



l'osservatore e appartengono esclusivamente alla sua dominio della descrizione. (Pp.85-86) 



Su questa base, sono portati ad affermare che l'obiettivo o lo scopo di una macchina "si trova nel 



dominio dell'osservatore "(p.86). Tuttavia, questa posizione è problematico in quanto non fa 



seguire che, a causa di un osservatore esterno può  interpretare una macchina o teleologicamente



teleonomically che una macchina del genere è  solo uno scopo estrinseco , cioè, observer- 



relativisticamente (capitoli 3 e 7). Non è in contrasto con Maturana e Varela



epistemologia costruttivista (Mingers, 95) - anche se è in contraddizione con la loro 







 pagina 71  



M = materiale, E = efficiente, Fo = formale, Fi = causalità finale 



 PRODOTTO 



PRODUCTANT / SUBSTRATO 



M, Fi 



E, Fo 



PRODUCTANT 



 PRODOTTO 



SUBSTRATO 



 Fi 



 M 



E, Fo 



(un) 



 (b) 



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



Come Barnes (1982) osserva, in aristotelico causalità cause efficienti non sempre precedere i loro effetti; infatti, 



 63 



simultaneità di cause ed effetti efficienti è la norma. Quindi, è lecito ritenere che per certi 



sistemi, la  realtà della causalità efficiente è nel prodotto dal momento che in questi casi il movimento è nella cosa



 mosso. Questo permette una sintesi del concetto aristotelico di produzione e sistemi autopoietici teoria. 



Fig 6.2 relazionalità triadico in (a) allopoietica, eteropoietico e (b) sistemi autopoietici. 



relativistica ontologia - a ritenere che una macchina ha una  intrinseca teleologia o teleonomia



che è oggettivamente indistinguibili ad un osservatore esterno. 



Sulla base del concetto di produzione nella metafisica di Aristotele e la 



sistemi autopoietici teoria della Maturana e Varela (1980), la nozione di fare può essere 



formalizzato come una relazione triadica che coinvolge tre elementi, vale a dire.  productant , substrato e



prodotto . Questa relazione è, a sua volta, composto dalle relazioni causali tra titolari



i componenti. Su questo schema, autopoiesi si verifica quando productant e di prodotto 



coincidono; allopoiesis, quando productant e prodotti differiscono; e heteropoiesis, quando la 



 63 



productant è un artefice umano e quindi, diverso al prodotto. La relazione triadica 



per sistemi allopoietici e eteropoietico è indicato nella figura 6.2 (a) e per autopoietico 



sistemi in Fig 6.2 (b): 



Nel concludere la discussione sul processo, è brevemente pena contrastare la ontical 



l'interpretazione di  poi 



UN' 



sis (divenire) originariamente concepito dai greci (in particolare



Aristotele) e successivamente sviluppate indipendentemente da Maturana e Varela con 



un'altra interpretazione, vale a dire. quello presentato da Plotino nelle  Enneadi . la giustificazione



per tale confronto è che il pensiero di Plotino può essere visto come  il modo per



Heidegger rispetto ad una interpretazione ontologica di  POI 



UN' 



sis (cioè un



l'interpretazione di diventare in termini non causali). Come detto in precedenza, ontical  poi 



UN' 



sis può







pagina 72  



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



essere identificato con la produzione o causalità efficiente, cioè, l'impatto di un materiale 



(o fisico) essendo su un altro, sia  localmente per contatto diretto o non-localmente tramite



l'azione di campi (capitolo 2). Al contrario, Deck (1967) sostiene che, per Plotino, 



la produzione è un  idealista (cioè, mentalistica) processo di messa a terra nella contemplazione:



Natura contempla. La natura di alberi, piante e le contempla terra. Inoltre, la natura produce 



alberi, piante, e la terra contemplando. La contemplazione è così produttivo - produttivo di 



calcestruzzo, realtà sostanziali. (P.19) 



Solo l'Uno, che è al di là della dualità di conoscenza, apparentemente non contempla, e 



produce il Nous [l'Intelligence o Conoscitore che appartiene al regno delle idee] in un modo diverso. 



In tutti gli altri casi, la produzione avviene attraverso la contemplazione. (Pp.19-20) 



In mostra Plotino ', ordinario making - che coinvolgono l'apprendimento e la pianificazione - è  prassi . Come 



Stati sdraio, 



un creatore, un uomo della prassi, deve cercare di produrre; egli deve risolvere ` 'per la produzione. Si deve agire, sia 



direttamente o tramite altri, nell'universo fisico in modo fisico, producendo cose sensibili, 



mezzi sensibili. Egli usa le mani, leve, strumenti. Egli è, ovviamente, un creatore. (P.116) 



Questo tipo di processo deve essere in contrasto con quella associata con l'istanza di 



forme (come nel platonismo), attraverso  la contemplazione , che Plotino si riferisce a come POI 



UN' 



 sis. come Deck 



sottolinea il contrasto tra  POI 



UN' 



sis e prassi "non è chiaramente, in quanto è in Aristotele ..



uno tra fare e il fare, tra l'attività artistica e l'attività morale ". (p.120) Lui 



descrive l'essenza del  POI 



UN' 



sis come segue:



Un conoscente, che ha il possesso ferma dalla conoscenza dei veri esseri è automaticamente produttivo .. 



[Così] le cose sensibili cadono indietro da o vengano a produttore, senza un movimento della 



produttore verso le cose sensibili .. L'imitazione [dalla materia sensibile] avviene senza il imitato 



esercitando ogni sforzo per realizzarlo. Questo è  poi 



UN' 



 sis. (P.120) 



[E] FFETTI nel mondo fisico sono inferiori che non derivano da una conoscenza che è al di sopra di apprendimento, 



pianificazione, o cercare.  Praxis è inferiore a POI 



UN' 



 sis. (P.121) 



 Per di più, 



la nozione comune di rendere .. permette non solo per l'azione di un agente fisico su una fisica 



cosa, ma anche per un `pensatore 'o` pianificatore' come agente. Plotino ' `prassi' corrisponde quasi interamente 



con fare intesa in questo senso più ampio. E 'vero making. 



[Al contrario,]  poi 



UN' 



sis , la realizzazione eseguita dai produttori più reale, il Nous, l'anima, e la natura,



Non è semplicemente collegata con la conoscenza, con la contemplazione, ma è identico con loro.  Nel 



dottrina  poi 



UN' 



sis , Plotino ha esteso in maniera significativa il concetto di produzione: poi 



UN' 



sis è più reale



 fabbricazione. 



Poi 



UN' 



SIS , come Plotino lo vede, non corrisponde esattamente alla causalità efficiente di Aristotele. Ma come



vera e propria produzione, che sembra analogo al processo ordinario e non coincide con uno formale 



o causalità finale, può essere definito un vero e proprio causalità efficiente. (Pp.128-129) 







pagina 73  



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



Questo punto è sottile: secondo Plotino,  poi 



UN' 



sis è una forma di causalità efficiente che è produttivo, che



 64 



è, generativa (dando luogo a esseri). Tuttavia, chiaramente questa forma di causalità efficiente non è un movimento 



tra esseri fisici (anche se è certamente un movimento tra esseri ontical  come tali ). Per di più, 



è possibile invertire i termini della discussione e parlare di  movimenti esistenziali (tra gli esseri e di essere



come tale ) che sono non causale.



Le relazioni sono anche esseri perché, come essenti, essi partecipano dell'essere  in quanto tale .



 65 



Come concepito da Plotino,  poi 



UN' 



sis è simile a quello assoluto creatio ex nihilo (sezione 6.4.2.3)



che è descritto da Tommaso d'Aquino a  Summa Theologica (parte I, domanda 45, articolo 2)



 segue: 



Nelle cose che sono fatti senza movimento, di diventare e di essere già fatto sono simultanei 



[E] in quanto la creazione è senza movimento, una cosa è stato creato ed è già stato creato allo stesso 



 tempo 



Questo perché sia  creatio ex nihilo , concepita in termini assoluti, e poi 



UN' 



sis come definito



da Plotino sia coinvolgere fare senza movimento, cioè senza causalità efficiente 



come convenzionalmente intesa. Per questo motivo, si chiede a sdraio 



 64 



se un `fare ', che si svolge in questi termini sta facendo in nessun senso riconoscibile. ci può 



può dire di essere fare quando il produttore non partecipare affatto alla cosa fatta? Eppure Plotino la chiama 



rendendo, e tiene costantemente che è un tipo di rendere superiore al processo ordinario. (P.120) 



Egli conclude affermando che 



Plotino ha visto un ampliamento di `fare 'in regioni in cui Aristotele non supporre che esistesse. 



E se siamo affatto in grado di apprezzare l'argomento Plotino 'che la Nous è più reale il sensibile 



mondo, ci sarà anche capire che la Nous è più propriamente una causa effcient che sono efficienti 



fa sì che nel mondo sensibile, che è, come dice lui, il creatore ontico,  poiêtês ontÃ's . (p.128)



schema di Plotino 'è interessante perché la sua visione della causalità efficiente e il suo concetto di 



poi 



UN' 



sis come `cadere indietro 'differire radicalmente da Aristotele e la tradizione (che comprende



Maturana e Varela in questo contesto). Secondo Dreyfus (1992), 



un prodotto deve essere prodotto in qualche modo; e se non è prodotto in qualche modo preciso, l'unico 



alternativa sembra essere che si produce magicamente. (P.232) 



Se gli esseri sono visti  onticamente , il rapporto tra di loro deve essere produttivo, vale a dire,



causale; tuttavia, la messa a terra degli esseri e la relazione causale tra loro in Essere 



in quanto tale, viene quindi ignorato. Chiaramente, se l'essere in quanto tale, non è un essere e, di conseguenza, non causalmente



definita (dal momento che la causalità è una relazione tra gli esseri), il rapporto tra l'essere  in quanto tale 



e gli esseri devono anche essere non causale. Quindi, se gli esseri sono visti  ontologicamente , il collegamento



 65 



tra gli esseri e di essere  in quanto tale, deve essere sia non produttivi e, soprattutto,



il terreno esistenziale di produzione (o condizione per) e nesso di causalità  come tale . Contrario 



per le implicazioni di asserzione Dreyfus ', tuttavia, questo non comporta l'approvazione 







pagina 74  



 Capitolo 6 



Poi 



UN' 



sis 



Inoltre, tali processi devono, naturalmente, essere  calcolabile (capitolo 2).



 66 



di `magia 'in quanto quest'ultima è di per sé una forma di (non-naturalistico) causalità, mentre 



esistenziale (o ontologica) la messa a terra non è causale. 



6.4.3. computazionale Poi 



 [ 



 sis 



Nella sezione precedente, quattro tipi di ontical  POI 



UN' 



sis (divenire) sono stati brevemente esaminati,



cioè. evoluzione, auto-organizzazione, creazione e realizzazione. In questa sezione, l'essenza della 



ontical  poi 



UN' 



sis in CA-computazionalismo è indagato con riferimento a questi quattro tipi.



Si sostiene qui che, nella misura che l'evoluzione, creazione, auto-organizzazione e 



making sono processi che possono essere definiti in termini di esternalità, causalità efficiente 



e necessità operativa (o meccanicistico-determinismo), supporti CA-computazionalismo 



questi tipi di ontical  POI 



UN' 



sis (divenire); inoltre, che non è semplicemente computazionalismo



 66 



i  mezzi con cui ontical POI 



UN' 



SIS in quanto tale, può essere istanziato (o realizzato), ma che



ontical  poi 



UN' 



SIS è il calcolo, vale a dire. il "forte" interpretazione computazionalmente



emergenti artificialità (o CEA) da un  POI 



UN' 



tic (o produttiva) punto di vista.



Nel contesto di una d